Patriziato Arzo | GdP 27.01.2016
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GdP 27.01.2016

Le Cave di Arzo «pronte per l’estate 2017». Con il via libera del Gran Consiglio al sussidio di 670mila franchi, non manca più nulla per cominciare. A breve la fine della gara d’appalto e poi si apre il cantiere.

GdP 27.01.2016 di Andrea Finessi

Le carte ci sono, i soldi pure e l’entusiasmo sicuramente non manca: i lavori per concretizzare il progetto di recupero e riuso delle Cave di marmo di Arzo possono cominciare. Con 74 sì e 4 astensioni, il Gran Consiglio lunedì ha approvato il progetto di valorizzazione delle cave, dando luce verde allo stanziamento di un sussidio a fondo perso forfetario di  670 mila franchi, la metà esatta di quanto necessario a realizzare le opere.

Un voto accolto ovviamente con gioia dal Patriziato di Arzo, il cui presidente Aldo Allio ha molto a cuore il destino delle cave, soprattutto da quando l’azienda della famiglia Rossi ha dovuto chiudere battenti nel 2009. Dopo anni di idee e proposte, il progetto definitivo ha però raccolto il necessario consenso e, soprattutto, il sostegno economico per essere realizzato. Infatti uno dei vincoli che aveva posto il Cantone e il Parlamento allo stanziamento del sussidio atto a coprire metà della spesa, 1 milione e 250mila franchi circa, era proprio la garanzia della capacità, da parte del Patriziato, di “fare la sua parte”, ovvero assicurare la copertura finanziaria del restante 50%. Una somma ingente per il Patriziato, senza più entrate fisse da quando le cave erano state chiuse: «Abbiamo avuto la fortuna di trovare delle Fondazioni e delle persone che ci hanno garantito il loro aiuto», ha raccontato al GdP Aldo Allio. Persone e fondazioni che, «una volta venute a conoscenza del progetto, vedendo che avremmo recuperato la storia del marmo di Arzo, valorizzando la cultura e la natura, hanno deciso di offrire il  loro sostegno».

Un’idea cresciuta nel tempo
L’idea è stata sviluppata dall’architetto Enrico Sassi, ma è molto cambiata negli anni, come ci spiega ancora il presidente dei Patrizi: «Siamo partiti con un primo progetto, l’Aula nella cava, a cui successivamente abbiamo aggiunto il percorso didattico che ci sembrava coerente con la prima parte. Successivamente abbiamo ragionato sull’ambiente, per arrivare alla realizzazione di un anfiteatro naturalistico». E ancora da fare ci sarebbe, perché la zona ha un grande interesse oltre che geologico, anche naturalistico, come si è visto ad esempio domenica scorsa nell’ultima puntata de “Il Giardino di Albert”, sulla RSI. Le cave infatti sono state colonizzate da alcune particolari specie di piante, insetti e animali, creando una biodiversità degna di essere evidenziata.

Cosa succederà adesso?
Come ci ha confermato Enrico Sassi, ora si tratta di avviare le gare d’appalto per la realizzazione dei lavori. Terminato l’iter e cresciuto in giudicato si potrà cominciare, prevedibilmente entro la prossima estate. Licenza e incarti sono già in mano, pertanto, assicura Aldo Allio, si dovrebbe riuscire a chiudere il cantiere per la fine della primavera 2017.